Nel gennaio del 2015 Bell ha pubblicato l'articolo "Perchè non hai bisogno di Dio" per la CNN, dove
rifletteva sull'anno passato senza Dio e parlava del trovare il senso della
vita dopo aver perso la fede.
"Non avendo più dipendenza in un
salvatore cosmico che viene a soccorrerci" scrive Bell, "noi siamo liberi di riconoscere che
noi siamo quelli che lo stiamo aspettando. Se non siamo noi a rendere questo
posto giusto e abitabile, nessun altro potrà farlo per noi. La vita non ha
bisogno di una sorgente divina per avere significato. Chiunque abbia visto un
tramonto mozzafiato o si sia innamorato di un altro essere umano sa che il
significato si costruisce attraverso la propria vita."
La decisione di vivere un anno senza
Dio fu stata vista in maniera molto critica dalla comunità dei fedeli. Christian Today pubblicò un articolo
dove criticava l'idea di Bell: "Questa nozione che lui possa spegnere la
sua fede per un anno intero, e poi riaccendere l'interruttore a suo piacimento
mi pare molto strano." Scrisse Laura Turner.
"L'esempio di Bell illustra che il nostro credo e le
pratiche di vita sono inseparabili." Scrive B. Parler di Think Christian.
"Noi non possiamo pensare che Dio non esiste e pretendere di
continuare a credere. Come disse il filosofo Francese del '600 Blaise Pascal:
«Credere non è solo
questione di ragione (o la sua assenza) e volontà, ma di cuore, passione e
abitudini. Non possiamo costringerci
a credere in qualcosa; il processo è molto più 'misterioso' di così.» Cosa bisogna fare quando si vuole credere in Dio ma non si è capaci? Pascal (in
poche parole) dice: «Vai a messa, prendi l'acqua santa e fai tutto quello che fa
chi crede in Dio.» Le nostre abitudini e pratiche formano le nostre credenze
così come le nostra credenze formano le nostra abitudini e pratiche.
L'esperienza
di Bell, quindi, insegna cosa veramente rafforza la fede: andare in chiesa regolarmente. Quando ci si riunisce, ci comportiamo come se Dio esistesse, non sarebbe una
sorpresa scoprire che ci crediamo veramente. La fede è un'abitudine e un modo
di vivere, non un evento che accade una tantum. Quello che fa continuare a
credere non è soltanto un processo intellettuale, ma la grazia di Dio
attraverso la preghiera, la professione della parola di Dio e la comunione dei
Santi."
Prendendo in prestito le misurate parole di un utente: "Ciò che non è misurabile, fino a prova contraria,
non esiste, o esiste per chi ci crede, ma credere non è conoscere. La prova
contraria, infatti, ancora non esiste, essendole richiesto di essere intersoggettiva, verificabile, riproducibile."
La parte della frase
"fino a prova contraria" è molto importante, se non fondamentale, ma
rimane assolutamente invisibile agli occhi del credino perché, paradossalmente,
essa già esiste, anche se solo esclusivamente nella sua immaginazione. La prova
contraria è la ricerca spirituale in sé, le energie sottili, il vero sé, Dio
ecc.
Ci sono forze invisibili e forze invisibili. Per alcune non c'è
bisogno di abitudine e condizionamento per essere sperimentate, e questo è quello
che separa le cose reali da quelle che non lo sono. Per la forza di gravità,
per esempio, quando una mela cade, cade in terra. Non c'è bisogno della
fede per vederla cadere giù. Anche il Wi-Fi è una forza invisibile, ma
nonostante questo è comunque verificabile di come consenta a
dispositivi elettronici di utenza di collegarsi tra loro.
Ma quando per spiegare una forza invisibile è necessario ricorrere alla forza della fede, quella forza rimane inesorabilmente non misurabile e, fino a prova contraria, non esistente. Non avendo le suddette qualità, queste "prove" (o mancanza di esse) possono soddisfare solo una mente precedentemente condizionata a vederle.
È così che agisce la fede, ossia il credere illogico nella
certezza dell'avvenimento dell'improbabile.
La fede
fa sì che l'ipotesi della possibilità dell'esistenza di un qualcosa, si trasformi nella
certezza dell'esistenza dello stesso.
La fede contiene due aspetti fondamentali: credere e il proprio
consenso intellettuale.
Come è pontificato nel Nuovo Testamento: "La fede è la sostanza delle
cose sperate e l'evidenza di cose non viste."
La fede
è la sostanza, il fondamento su cui sono formate e basate le cose che si sperano; è l'evidenza di quelle cose che non si vedono.
Essa viene considerata il “fondamento” non una teoria qualsiasi e neanche un semplice atto
di fiducia, ma un fondamento: un elemento stabile che costituisce la
base di un'architettura.
La fede è l'accettazione incondizionata di una
realtà non visibile - soggettiva, inverificabile,
irriproducibile - essa non risulta immediatamente evidente, e viene
comunque accolta come vera nonostante il buio che la avvolge.
Se la
speranza è l'attesa agognante di qualcosa, la fede ne è la garanzia e la certezza, altrimenti la speranza
non rimarrebbe che una mera illusione, un vago sognare senza un
fondamento.
Quindi la
fede è sostanza indiscutibile, è ciò che sta alla base, è l’elemento su cui si fonda tutta la struttura intelligente della verità da credere. Proprio in base a
questa costruzione "intelligente" si possono spiegare le cose che non si vedono: le cose che non si vedono, sono viste.
Usando
ancora una volta le parole di Pascal: «La fede
è diversa dall'evidenza; quest'ultima è umana, la prima è un Regalo di Dio.» «È il
cuore che percepisce Dio e non la ragione. Quella è la fede: Dio percepito dal
cuore non dalla ragione.» «Il cuore ha le sue
ragioni, delle quali la ragione non sa nulla.» E per
concludere: «L'immaginazione decide tutto. Noi non siamo che
falsità, doppiezza e contraddizione.»
"Una delle più importanti lezioni che ho imparato in quest'anno" conclude Ryan Bell, "è che la gente valorizza troppo la certezza e la conoscenza, e che sia scomodo dire di non sapere. Ora penso che la certezza sia un po' sopravvalutata. Prima volevo essere vicino a Dio, ora voglio solo essere più vicino alla realtà."
Il meccanismo della fede, non è molto diverso dal meccanismo che si mette in atto per l'acquisizione di altre abitudini, le quali diventano convinzioni e “verità” psicologiche personali. In fondo è una semplice legge psicologica: la reiterazione di un comportamento lo fortifica, così come la sua inibizione può condurre alla sua estinzione (principio del rinforzo).
RispondiEliminaL'indicazione di Pascal (l'inganno di Pascal) come strumento operativo per indurre un cambiamento mentale, è alla base della filosofia dell'agire “come se”: agire come se si possedesse la caratteristica che si vuole acquisire, per acquisirla. Ossia: indurre un cambiamento a partire dall'azione, e non dal pensiero. Lo stesso Gurdjieff, usava questa legge psicologica quando affermava che: “Il potere di trasformazione non sta nella mente, ma nel corpo e nei sentimenti...Il merito della mente è quello di prevedere. Ma solo gli altri due possono fare”. Questo principio è alla base psicoterapia breve strategica, che ha fatto proprio il motto di Heinz von Foerster : “se vuoi vedere impara ad agire”, principio usato anche nella tecnica del role-playing.
In alcune scuole esoteriche, così come in alcune scuole di psicoterapia, si danno “prescrizioni comportamentali”, cioè si indicano dei comportamenti/azioni da eseguire (che generalmente non fanno parte del repertorio comportamentale dell'allievo/paziente) per cercare di ristrutturare il loro mondo cognitivo, il loro punto di vista. Questa tecnica può essere utile, ma anche pericolosa.....
Hollywood ? Rabbis Without Borders ? Che facile !
RispondiEliminasiete in grado di sbugiardare anche Castaneda e gli insegnamenti di Don Juan Matus? Se lo fate avrete il tapiro d'oro siete degli geni
RispondiEliminavediamo un poco
tanto io ho testimonianze di gente che è stata in Messico e ha avuto insegnamenti da sciamani su discipline serie e non perdite di tempo come questo blog
non ho usato anonimo e ho avuto il coraggio di fare un invettiva con il mio nome originale
mi scuso per eventuali errori grammaticali
EliminaFabio,
EliminaChi merita un premio, quello sei senza dubbio tu: non hai usato 'Anonimo' e addirittura hai avuto il coraggio di fare un invettiva con il tuo nome originale, tutto da solo... Bravissimo!
Ma come potrei mai sbugiardare Castaneda e gli insegnamenti di Don Juan Matus...
Sono stati fra i primi libri di fantasciemenza new-age con cui il mio cervello cominciò ad andarsene inesorabilmente in pappa.
Hai testimonianze di gente che è stata in Messico e ha avuto insegnamenti da sciamani su discipline serie e non perdite di tempo come questo blog... E allora?
Anch'io ho testimonianze di gente che è stata in Messico e ha avuto insegnamenti da sciamani e che non è più tornata, o che è tornata a pezzi e che non può stare lontana da psicofarmaci e istituzioni psichiatriche... E Allora?
Anch'io ho testimonianze di gente che è stata in Messico e ha avuto insegnamenti da sciamani a cui non è cambiato assolutamente nulla... E allora?
Anch'io ho fatto questo tipo di esperienze in prima persona... E Allora?
Perfino 'Juanito' (Don Juan) mi ha confidato l'anno scorso in barca a Positano che i libri di Castaneda sono una bufala colossale...
E Allora?
ciao smody come butta? appena vista la foto di questo signore che è stato un anno senza Dio per un attimo ho creduto che avessi scritto un post su Tatù, il nano di Fantasilandia! un abbraccio dai mondi astrali
RispondiEliminaBentornata Oblivia.
EliminaGrazie per aver portato idrogeni astrali dai mirabili mondi a questo povero luogo.
non porto solo idrogeno, ma anche ossigeno :D che faccio li posto o non li posto, li posto o non li posto... massììììì li posto http://www.ilnavigatorecurioso.it/2016/11/03/professor-w-a-tiller-siamo-esseri-spirituali-rivestiti-di-un-bio-corpo/ e.... http://www.altrogiornale.org/sincronicita-e-coincidenze-significative-jung-e-pauli/ ... e stiamo apposto. baciamo le mani
RispondiEliminaMassììììì, posta, posta...
EliminaCome dice l'articolo: "Attualmente, questi fenomeni non sono ancora che vaghe idee..."
Purtroppo l'ossigeno viene a mancare dentro la nube di zolfo.
Sei Oblivia, e stiamo apposto.