Sinonimi: ricercatore spirituale, iniziato, lavoratore su di sé, illuminato, discepollo ecc.

Superlativi: Maestro, Illuminato, Guru, Guida spirituale, Risvegliato, Divulgatore, Scemano ecc.



  • “Lei è un credino, s'informi.”

26 febbraio 2012

Racconto Zen

Si racconta che l’antichissimo maestro, Chen-Neh-Soh, disse un giorno al monaco Shem-Ho:

  -
«Il segreto ti sarà rivelato dalla montagna sacra.»

Shem-Ho si mise subito in cammino e arrivò ai piedi del sacro monte Shan-Pan-Tsè. Lì si sedette e promise di non muoversi finché la montagna non gli avesse parlato. Per settimane i passanti gli chiesero cosa stesse facendo, e lui rispose che aspettava che la montagna gli svelasse il segreto. Impietositi gli portarono acqua e riso, e incuriositi si sedettero insieme a lui ad aspettare tale rivelazione. La voce si sparse in fretta per tutta la contea e l’intera popolazione si riversò ai piedi della montagna sacra ad aspettare che quest’ultima parlasse.
Shem-Ho stette lì per tre lune, e con lui una moltitudine di persone fino a che la montagna, un pò per il prurito causato da tutto quel formicolio di gente, un pò per compassione, ruppe il silenzio:



 - «Shem-Ho» disse con voce tanto sottile che solo il monaco poté udirla, «stai perdendo il tuo tempo. Usa il buon senso: ma ti pare che una montagna possa parlare?»

Shem-Ho si rizzò subito in piedi e con due occhi grandi come ciotole da riso disse alla gente:

  -
«Ha parlato! Ha parlato! La montagna ha parlato!»

  -
«E che cosa ha detto?» Chiese la folla trepidante a una voce.

  -
«...Che è da idioti pensare che una montagna possa parlare.»

Non appena si dileguò il susseguente momento di totale imbarazzo,  Shem-Ho venne preso e portato di corsa nel rifugio dei pazzi del villaggio dove rimase rinchiuso fino alla fine dei suoi giorni a discorrere felice col pavimento, le cimici e i sorci.

L’insegnamento buddhista Zen si basa sulla particolare esperienza riconosciuta come satori: "Comprensione della Realtà"; ovvero "guardare la propria natura di Buddha", "attualizzare la propria natura 'illuminata'". Questa è un’esperienza improvvisa e profonda che consente la visione dell’essenza delle cose, la quale risulta essere identica alla "natura di Buddha" che è la natura di tutta la realtà, del cosmo e del Sé.

I racconti Zen sono, nel migliore dei casi, una piacevole lettura e niente di più, ma per i credini esse posseggono il potere del risveglio con il loro significato esoterico, o con  un 'koan' consistente in un'affermazione paradossale per ridestare la loro profonda assopita consapevolezza.

Racconto Zen:

"Il maestro giapponese Nan-in, ricevette la visita di un professore universitario che era andato da lui per interrogarlo sullo Zen. Nan-in servì il tè. Colmò la tazza del suo ospite, e poi continuò a versare.
Il professore guardò traboccare il tè, poi non riuscì più a contenersi.
 - «E’ ricolma. Non ce n’entra più!».
 - «Come questa tazza,» disse Nan-in «tu sei ricolmo delle tue opinioni e congetture. Come posso spiegarti lo Zen, se prima non vuoti la tua tazza?».

A parte che il maestro Nan-in potrebbe anche passare per uomo di grande ignoranza e presunzione prendendo per scontato che quell'uomo non potesse né ascoltare né tantomeno capire, ma penetrando la coltre di fumo creata dall'incredibile arcano significato, il messaggio è che per bersi tutte quelle baggianate è necessario svuotarsi del proprio buon senso.

Altro racconto: 

“Un sacerdote incontrò un giorno un maestro Zen e, volendo metterlo in imbarazzo, gli domandò:
 - «Senza parole e senza silenzio, sai dirmi che cos'è la realtà?»
Il maestro gli diede un pugno in faccia.”

Questa è senza dubbio apprezzabile. I maestri Zen sono esseri santi e allo stesso tempo dei veri tiranni; essi esercitano il loro potere autoritario abusando dei monaci al proprio servizio, usando violenza verso questi ultimi approfittandosi della loro imbecillità in nome della propria natura illuminata. I maestri Zen sono anche dei gran 'rosiconi', come illustrato da quest’altro racconto:

“Una sera di plenilunio, il maestro Pai-chang chiamò i suoi allievi e disse loro: 
 -«Chi ha capito l'insegnamento zen dev'essere in grado di spiegare che cos'è la luna senza nominarla».
Uno dei discepoli pensò: -Questa volta non posso sbagliare-. Sollevò il braccio e con il dito indicò la luna.
Pai-chang gli afferrò il dito e glielo storse. 
 - «E adesso dov'è la luna?» domandò.
Il monaco si risvegliò.”

Si pensa che, per la maggior parte, i monaci abbiano da sempre fatto finta di risvegliarsi più per paura delle bastonate che altro. D'altronde a parole il risveglio è un gioco da ragazzi. Alcune storie sono abbastanza raccapriccianti, ma servono ovviamente per lo scopo più alto, e il fine giustifica sempre i mezzi:

“Gutei alzava il suo dito ogni volta che gli veniva fatta una domanda riguardo allo Zen. Un ragazzo impiegato al suo servizio cominciò a imitarlo. Quando qualcuno domandava  al ragazzo di cosa avesse parlato il suo maestro, il ragazzo alzava il suo dito.
Gutei venne presto a conoscenza dei misfatti del ragazzo; lo fece prendere e gli fece tagliare il dito. Il ragazzo ruppe in pianto e scappò via. Gutei lo chiamò per fermarlo. Quando il ragazzo si volse verso Gutei, quest’ultimo alzò il suo dito. In quell’istante il ragazzo si risvegliò.”

... roba da matti.

Si dice dello Zen che non sia una setta, ma bensì un’esperienza. Lo Zen fa sempre parte della stessa pappa. Non c'è una mappa, perché non c'é nessun posto; non c'è indicatore e non c'è navigatore. Però, caso strano, in questa non-setta c'è sempre un maestro col suo santo dito che indica, e l'unica cosa certa è dove dovrebbe metterselo.
Non esiste niente di sacro, eccetto... che non esiste niente di sacro, punto.

”Il maestro del tempio Kennin si chiamava Morukai: tuono silenzioso.   
(... e ho gia detto tutto) 
Egli aveva al suo servizio un protetto di nome Toyo che aveva appena dodici anni. Toyo desiderava fare anche lui sanzen e ricevere koan per arrestare il vagare del pensiero come i discepoli più anziani.
 - «Devi aspettare un » disse Morukai, «sei troppo giovane.»
Ma il fanciullo insistette, e infine il maestro acconsentì. Quella sera il piccolo Toyo si presentò all’ora stabilita sulla soglia della stanza sanzen di Morukai. Suonò il gong per annunciare la sua presenza, si inchinò rispettosamente tre volte e si mise a sedere davanti al maestro in religioso silenzio.
 - «Puoi sentire il suono di due mani quando applaudono» disse Morukai «ora mostrami il suono di una sola mano.»
Tante volte Toyo si presentò davanti al suo maestro con suoni differenti e per altrettante volte Morukai li rifiutò. Non era la musica delle geishe, né il suono dell’acqua che gocciola, non il verso del gufo né le cavallette: erano tutti sbagliati.  Per più di un anno si sforzò a trovare il suono di una sola mano, ma invano meditò per sentirlo. 
Alla fine Toyo raggiunse la vera meditazione e trascese tutti i suoni chiedendo allora udienza a Morukai..." 
 
La storiella si conclude nel solito modo edificante, ma sarebbe potuta benissimo andare a finire così:

"Una volta seduto di fronte a lui, Toyo stette per un pò in silenzio e poi, con uno scatto rapido, gli mollò un sonoro manrovescio, che risuonò per tutto il tempio e che fece volare l’ignaro maestro all’indietro.
 - «Non ne potevo raccogliere più di suoni» spiegò in seguito.
Toyo aveva infine realizzato il vero suono di una sola mano.” 

Uno delle più belle storie Zen è quella veramente accaduta, ma raramente raccontata e poco pubblicizzata, di quel gruppo di monaci che stanchi di anni di abusi e di violenza esercitata su di loro dal proprio maestro, un bel giorno si risvegliarono, menarono di santa ragione il despota e abbandonarono a cuor leggero il monastero.



29 commenti:

  1. Tanto per cambiare il tuo post dimostra enorme ignoranza e superficialità. Per non parlare del fatto che ancora una volta ti dimostri un credino in quanto prete ed evangelizzatore di un nichilismo razionale che penso proprio ti costringa a una vita mesta ed astiosa.
    Tutti i racconti zen e chan devono essere collocati nel contesto culturale del Giappone e della Cina dell'epoca, che erano società ben diverse e con usi e costumi radicalmente diversi rispetto a quelli attuali. Inoltre li analizzi solo con la mente razionale la cui limitatezza è proprio ciò che lo zen vuole superare. Se prima o poi ti capiterà di mettere da parte la prigione mentale e dualistica in cui ti sei rinchiuso forse inizierai a vedere le storielle zen con occhi diversi. E non parlo di una dimensione fideistica, emotiva, sub-mentale. Ma di una dimensione intuitiva sovra-mentale. Ma sono sicuro che, da buon credino quale sei, considererai anche questi discorsi come credini. Quindi buon sonno smoderatore! :-)

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    1. c'è Dio anche in lui...
      il sonno che vedi in lui è il tuo... sempre che tu lo veda :)

      essere non duali richiede un grosso sfrozo

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    2. Si. un grosso sfrozo hai ragione. Tu faresti bene a sforzarti di scrivere meglio.

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    3. La risposta di Ex-anonimo, lo smoderatore e ora Dimo è sempre la medesima... usano la carta dello "specchio"... se lo dici a me lo dici anche a te... se mi critichi stai criticando te stesso...

      Usano concetti spirituali per criticare le persone e poi alla fine usano i loro stessi metodi...

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  2. Non Duale ? E' un grande impegno ,
    L'ignoranza per sua natura si contrappone alla verità .
    Quindi il ruolo dello smoderatore e' normale anzi essenziale .
    Rende ancora più' vero ciò che combatte .
    Perche' non chiudi questo sito e ti rimetti a cercare ?
    Qui puoi solo nutrire la tua vanità' .
    quando parli del presente mettici dentro anche il resto , non solo la tua percezione ,
    considera quanto vive una zanzara e quello che fa nella sua vita ,
    pensa a che percezione del tempo può avere muovendosi lentamente attorno al mondo che noi possiamo apparire per lei ...
    quando dura il giorno della zanzara?
    24 ore ? credi davvero ? e quanto dura il nostro giorno rispetto a quello della terra?
    quanto e' lungo il suo presente rispetto al mio ?
    inizia a vivere il presente invece di supporre ciò che e' .
    tu credi più' di un fedele quando ritieni il tuo punto di vista soggettivo come il punto di vista del mondo ...
    ciao

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  3. Di questi tempi ormai, la non-mente non basta più; adesso c’è la sovra-mente che permette di viaggiare nel tempo e visitare posti e apprendere cose che altrimenti non si potrebbero conoscere. Inoltre la sovra-mente tiene caldo in inverno ma è altrettanto fresca d’estate. Caro Anonimo NonDuale, qualsiasi cosa accada ti prego: non mi lasciare.

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    1. Smoderatore molti dei commentatori qui, compreso il sottoscritto, argomentano accuratamente sia le critiche che gli spunti di riflessione. Il fatto che tu sappia controbattere solo con dileggi, senza aver compreso minimamente ciò che ti si cerca di comunicare, dimostra quanto profondo sia il tuo essere "credino" e quanto profondamente tu ti sia calato nel dogmatico ruolo di evangelizzatore di una personale pseudo-logica, attraverso la quale giudichi il mondo esattamente come un Inquisitore del '600. Riflettici...

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    2. Che ironia tagliente smoderatore... che esempio lampante di genialità! Ti faccio i miei compliementi per la tua coglionaggine e per il contenuto di alto profilo dell'articolo... ahahahahahah

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  4. Caro Anonimo (del 27 Febbraio),

    tu non sei una zanzara. La differenza tra te e lei è che lei vede la mano che la sta per schiacciare, e te no. Ad ogni domanda che fai la miglior risposta è: “... echissenefrega!”

    Il credino vede tutti i mondi nel presente.

    Come potrei mai chiudere questo sito; questo sito è per te.

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    1. Gaetano Cirillo23/08/13, 17:09

      Chiudere questo sito? Ma sei pazzo?
      Questo sito dovrebbe essere conosciuto già dai ragazzi delle scuole medie, tanto per insegnar loro che dietro l'angolo c'è sempre qualcuno pronto ad approfittare delle debolezze altrui.
      Meditate, gente. Meditate.

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    2. Beh io questo sito non lo chiuderei in quanto esempio lampante di discredito del pensiero delle minoranze e soprattutto di quella volontà irrispettosa che vuole deridere chi ha una fede.

      L'assioma credente=cretino offerta da questo sito è un assioma razzista e particolarmente offensivo, soprattutto in quanto rivolto a gruppi minoratari che, invece di essere difesi o tutelati, sono esposti al pubblico ludibrio.

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  5. Caro NonDuale-che-non-giudica-e-se-lo-fa-lo-fa-molto-meglio,

    Per prima cosa vorrei dire che non giudico il mondo o le persone in esso che hanno opinioni, ma giudico solo le persone che hanno opinioni credine.
    Riguardo all’argomentazione accurata forse potresti andare a rileggere il tuo commento più sopra, o gli altri commenti che hai lasciato. Mi era sembrato di averti risposto accuratamente negli altri threads, ma siccome il mio approccio non ti è piaciuto allora capisco che possa essere ragione per ritenerlo sbagliato... sopratutto il modo.
    Purtroppo quello che per te è, senza prove, palese e innegabile, io neanche lo vedo; ciò che per te è sacro per me è comico.

    Non è che niente, niente, vuoi cambiare ciò che ti si para davanti agli occhi?

    Non è che sotto, sotto non vuoi mangiare quello che rempie la tua ciotola?

    Non è che per caso in questo momento ti stai ribellando all’espressione della Consapevolezza?

    (sia ben chiaro che lo dico perchè è ciò in cui credi tu... che è innegabile!)

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  6. Ciao,
    Mi piace la cosa... "Usare il buon senso" Vorrei capire come accade l'azione di usare il buon senso. Usare il buon senso, usare.... Cos'e l'usare? un azione? un mvimento? quand'e che uso? che cosa uso? Sono io che compio l'azione di usare o usare e un'azione di per se stessa?
    Ma che e so? Scrivo parole e non so manco quello che scrivo...Che vuol die usare, come accade? Cosa significa? che significa usare?
    Comunque questo sito mi fa incazzare un casino...questa reazione ora mi fa sorridere...insieme al sito... e non solo... non mi rimane che comlimentarmi per i sorrisi e criticare per la mia rabbia. aDESSO CHE COSA SCELGO? uN ABBRACCIO GRANDIOSO, A TE A ME E A TUTTE LE REAZIONI CHE HAI PROVOCATO.

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    1. Azzarderei l’ipotesi che l’azione di usare il buon senso sia paragonabile all’azione di chiedere come accade l’azione di usare il buon senso. Allo stesso modo la domanda è: Chi è che chiede cosa vuol dire usare il buon senso? Chi è che vorrebbe capire? ... Perché una volta imbottiti di teorie e di idee sul frazionamento di noi stessi è difficile tornare a vedere le cose con semplicità. (Che vuol dire noi stessi? Chi è noi stessi?)

      Apprezzo molto la sincera incazzatura... Un abbraccio grandioso! (Da chi? A chi?)


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    2. Sembra che tu scriva intelligentemente. Lasca stare l'ipotesi (http://www.etimo.it/?term=ipotesi&find=Cerca), e una cazzata. Evitare di pormi quell'ultima domanda, anche quella e una cazzata. la hai letta. Quindi e una cazzata!!!!
      Da un certo punto di vista cio che leggi tu in questo momento, sono io. La tua voce dentro la testa. Se con attenzione osservi, ti capiterà di non riconoscere il modo in cui percepisci questo scritto.Non puoi sapere se leggi lo scritto sul monitor o ascolti la voce nella tua testa. Prova a leggere senza ascoltare la tua voce....
      Buon Divertimento!!!!!

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    3. Beh, ciò che è scritto sul monitor e la voce nella mia testa sono d’accordo nel risponderti che ad usare il buon senso non sei di certo tu. Per cui rilassati, non prendere le cose troppo sul serio complicandoti inutilmente la vita... hai provato con la meditazione?

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    4. Dai!!!! io non complico le cose.... basta osservare, e semplice. Io non sono nemmeno intellettualmente dotato, non ho grandi capacita. Non ci devi pensare, non lo devi supporre e nemmeno ipotizzare. E semplice!!! Tu non sei meno delle parole che leggi, leggi e ti accorgi che sei queste parole. Le Mie parole. Abbiamo altro modo per comunicare se no attraverso il nostro ego e le sue reazioni? meglio non perderlo? Perche mi blocchi? perche non vuoi andare? perche mi dici che devo provare la meditazione? perche non vieni tu, qua dove sono io? invece di stare li dove sei te... puoi sempre tornare indietro con il buon senso.. ti fa paura perderti? vieni vicino... Allora si che forse potremo andare insieme... Io sono rilassato, e la tua affermazione di rilassarmi che e nata dal suo opposto.... Tu sei rilassato?
      un saluto Diego

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    5. Quando si parla di niente, quello che si dice è sempre misero.

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    6. Noi non stavamo non scrivendo di niente, noi non stavamo scrivendo miserie. Ma abbiamo poco, talmente poco???!!!! che l'inganno ingenuo e divertente seriamente divertente e una cosa che ci ha accompaggnato fin dall'inizio del vangelo di Giovanni.!!!??? Guarda la fine di pietro quando gesu risorge.... lo ama tre volte...
      Allora al suo perdone ci vorrebbe una bella canzone come quella di rodrigo y gariella "diablo rojo" IL resto ci e stato spiegato.

      Io medito tutti i Giorni dalle 7 alle 10 da piu di una settimana. Non avevo bisogno che tu me lo dicessi. Dopo una settima Sono arriat a capire che il tempo e tanto. Sono Illuminato dalla luce in camera mia. e cerco di tenerla bassa...spesso e troppo forte...e davvero mi va di spegnerla... cosi rimango spesso al buio...





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    7. chissà qual'è l'inganno ingenuo e divertente che si cela già dall'inizio del Vangelo di Giovanni. ci posso arrivare pure se non ho letto Dan Brown???
      Io proporrei un bella canzone di Paola & Chiara "viva l'amor" che se l'ascolti bene contine tutto quello che c'è da sapere....

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  7. sei proprio due vicino all'uno;)!!!!!!! Mi piace l'archetipo....

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  8. Smoderatore la tua ironia è di buona compagnia :D

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  10. ok commentare no, non gradisci, ma posso almeno sbellicarmi dalle risa?

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    1. Hans,
      In questa farsa sei sempre il benvenuto.

      (perché non avrebbe dovuto pubblicarla?)

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