È sicuramente più facile distircarsi fra le
contraddizioni altrui che cercare di risolvere le proprie e formulare una teoria
personale, proprio perché sono pochissime e rare le cose che veramente
sappiamo.
Il primo principio della dinamica stabilisce che un corpo
permane nel suo stato di quiete o di moto rettilineo uniforme a meno che non
intervenga una forza esterna a modificare tale stato. Si parla di principio e
non di legge perché si tratta di un assioma, un fondamento del moto dei corpi.
Qualunque teoria o legge riguardante il movimento dei corpi non può entrare in
contrasto con questo fondamentale principio, per il semplice motivo che sarebbe
erronea. (Wikipedia)
Se non viene applicata una forza, un corpo rimane inerte;
e un corpo inerte da solo non può cambiare il suo stato di quiete.
La frase “Nessun lavoro può essere effettuato nel sonno”,
stabilisce che bisogna essere svegli per poter svolgere un qualsiasi lavoro su
di sé, ma se si è addormentati non si può essere svegli. Un corpo in stato di
sonno, non è in uno stato di veglia. Una cosa non può essere un’altra.
Per cui, o si è svegli e quindi è inutile lavorare su di sé ,o si è addormentati e quindi il lavoro su di sé inutile. Un’altra caratteristica del lavoro su di sé, è contenuta
nella sua stessa definizione, e cioè che non può essere effettuato da nessun
altro se non da se stessi. Essendo quindi l’intervento di una forza esterna inefficace sul personale lavoro su di sé, quest’ultimo
rimarrebbe da solo nella vana impresa di poter cambiare le cose, e perciò
questo lavoro risulterebbe inutile. Si può addirittura dire che il lavoro su di sé non esiste.
Deve necessariamente
entrare in gioco il credo in una fede, o la fede in un credo, per poter risolvere le contraddizoni che nascono dal contrasto
con i suddetti principii. Pretendere di poter applicare una forza virtuale (il
desiderio che le cose siano diverse da come sono), ad una condizione reale (le
cose sono come sono) è una contraddizione irrisolvibile. La fede è l’unico rimedio ed utensile che il credino possiede per poter aggiustare tutte
le incoerenze e le illogicità.
Ogni proclamato ‘maestro’ che cammina e ha camminato su questa
terra vive, ha vissuto, e se n'è fregato di questa contraddizione in prima persona, presumendo di
aver cambiato da addormentato a sveglio, o magari di essere nato sveglio e
possedere il potere di insegnarlo a un altro individuo.
È vero che il voler credere che le cose siano diverse da
come sono è un allarmante sintomo di follia, ma purtroppo è così come stanno le
cose.
Per chi sogna il sogno del risveglio, il sonno è la
normale condizione dove accade questo potenziale risveglio; non può essere altrimenti. L'unico risveglio possibile è quello dal sogno del risveglio, da cui il credino si rifiuta caparbiamente di svegliarsi. Il credere che ci
si debba o ci si possa risvegliare nasce dallo stesso meccanismo, si muove con gli
stessi ingranaggi e non può che far parte dello stesso sogno.
La logica del sogno funziona esclusivamente all’interno
di esso, perché solo nel sogno le cose possono essere cambiate; il lavoro per
ottenere ciò esiste e può funzionare soltanto in tale sogno.
Credere a chiunque affermi che il risveglio sia reale e
possibile, è una cosa ovvia e naturale, perché all’interno del suddetto modo di
pensare non si vede un’alternativa. La vista è manipolata dal pensiero, ed esso
dal credo.
È come fidarsi di ciò che vedono i propri occhi chiusi, e
sempre ad occhi chiusi guidare da una parte all’altra della città. (Si trova
sempre un altro cieco che riconosce e ci indica la strada!)
Ciò che sembra giustamente disperato risulta invece essere assolutamente
normale.
Le cose non possono
cambiare in qualcosa di diverso da ciò che sono. Sembrerebbe che le cose
possano passare attraverso un cambiamento, ma nel singolo momento della
percezione, in realtà, sono solo diverse. Fra cambiare ed essere diversi esiste
una sottile ma fondamentale differenza.
Il "lavoro su di sé" non è che una delle tante facce dell'illusione venutasi a creare quando un soggetto viene affetto da comunissima Endofrenotomia.
Non è questione di volontà, in quanto il desiderio di
vedere le cose diverse da come sono è qualità essenziale dello stesso credino modo
di pensare. La volontà non c’entra perché generata e gestita dalla stessa
condizione per l’ottenimento di qualcosa che esiste esclusivamente all’interno
della stessa.
Il fatto è che non siamo completamente addormentati o completamente svegli. Il sonno ha gradi, essere svegli ha gradi. Ciò rende possibile il lavoro su di sè. Che poi tale lavoro su di sè non porti ai risultati prospettati, è un altro capitolo sicuramente da esplorare.
RispondiEliminaVa anche tenuto presente che l'espressione "lavoro su di sè" non è una esclusiva della quarta via, nè dell'esoterismo. Il lavoro dell'attore, per esempio, è un lavoro su di sè. Attraverso di esso, si mira a conseguire alcuni cambiamenti utili professionalmente. Funziona? io credo di si. Penso che cambiare un po' sia possibile. Negare ogni possibilità di cambiamento mi sembra un'esagerazione.
Complimenti per il sito, in particolare per le pagine dedicate a ogni singolo cult-leader. Chissà che i seguaci non intervengano...
Bè,noi che ci dilettiamo nel lavoro su di sè almeno possiamo manifestare tutta la nostra creatività applicando svariati esercizi,possiamo vantarci di avere ottenuto risultati...mentre tu,smoderatore,l'unico esercizio che sei in grado di applicare è quello di "metterti un dito 'nderculo",come lavoro su di sè,visto l'utilità che hai ricavato applicando esercizi per 15 anni senza risultato!
Eliminahahahahahahahahahaha
Pure se non vi vantate non fate un errore....
EliminaE se voi non insultate quello che facciamo ci fate un favore doppio.
EliminaGrazie per il tuo commento e congratulazioni anche a te per essere stato/a il/la primo/a.
RispondiEliminaChe il sonno e l’esser svegli abbiano gradi è un’altra bugia che reputiamo vera e che diamo per scontata: fino a prova contraria la non la ‘consapevolezza’, o la totale mancanza di essa, non esistono, quindi come facciamo a misurarli? Il credere di saperlo sembra un rigurgito di Quarta Via o di qualsivoglia esoterismo; un prendere per scontato le parole di chi, solo in teoria, abbia preteso di saperlo. Personalmente provo stima per il lavoro dell’attore perché quantomeno se ne possono vedere i risultati. Bisogna ricordare che stiamo parlando del lavoro su di sé, ovvero un lavoro considerato ‘invisibile’ (figuriamoci i risultati). L’attore raffina la sua arte, il credino raffina soltanto l’arte di credere senza sapere... con convinzione. L’esistenza del credino è infatti la prova che il lavoro su di sé non esiste!
L'esistenza dello smoderatore è la prova che il lavoro su di sè è assolutamente necessario, ma che in molti, moltissimi casi (come il suo) non conduce davvero a nessun effetto.
EliminaSi ha sempre l'impressione (o dovrei dire la credenza) di avere la verità in mano, deve essere un problema genetico...
RispondiEliminaForse ti sei dimenticato che è molto difficile non credere a qualche cosa (quindi divenire credini), esattamente come fai tu stesso eleggendo a tuo unico, assoluto ed incontrastato maestro la sterile Logica. Non si può certo dire che non credi a quello che scrivi... Così come è vero che tutto può essere messo in discussione: lo si è sempre fatto, si chiamavano dispute filosofiche, ma erano soltanto dei passatempi o nella migliore delle ipotesi una palestra mentale. Chi esplorava con passione un sentiero non è mai stato interessato alle chiacchiere da sofisti (quelli che Platone definiva vasi di bronzo, i quali, percossi, producono sempre la medesima nota).
Il credino ha abbandonato la sterile logica perchè perdutamente innamorato della sua fertile immaginazione. Da questo adulterio è nata la fede.
RispondiEliminaChè ttedevodì,a smodereitor a' gente piace immaginà minchippi lantenni
Eliminaun saluto da Dott. Sandaski e Mr. Carbonaraski
sono d'accordo con quanto dici riguardo il "credino", credere a qualcosa senza sperimentarla non è un'ottima soluzione
RispondiEliminama partendo dal presupposto che te non hai fatto nessun lavoro su te stesso, lascia che almeno queste restino delle ipotesi da verificare invece di smontarle completamente ;)
ps: la fede è uno stato interiore, non un qualcosa a cui "credere"
RispondiEliminaPartiamo invece dal presupposto che il tuo presupposto sia sbagliato.
RispondiEliminaP.S. Avere fede non è uno stato interiore, è uno stato mentale; non è qualcosa a cui “credere”, è credere.
Esatto smoderatore.. è credere. E credere è una scelta. Tu hai fatto la tua va bene... ma perchè devi definire cretine le persone che fanno scelte diverse dalle tue?
Eliminama sto sito è un troller flame? Il lavoro su di sè esiste io l'ho sperimentato
RispondiEliminaè un solo lavorare su pensieri ed emozioni cose che esistono
le emozioni si provano nel corpo veramente non sono stronzate immaginarie e ci sono tecniche per lavorarci, tipo la risata aiuta a liberarsi dalle emozioni negative, la risata e i suoi risultati son ben documentati a livello medico
scrivo questo perchè oggi giorno ci sono sempre più gente che aprono siti utili alla castrazione dell'uomo e non alla sua realizzazione
a che serve per me sviluppare la fiducia, la gratitudine, la forza di volontà, l'intento inflessibile, l'auto-disciplina se poi venite voi e aprite questi chiacchiericci da bar?
e a me sembra che credino sia un modo per dire cretino e non è tanto rispettoso nei confronti degli altri eh eh vero?
RispondiEliminaEsatto caro amico... è un modo per insultare le persone... se avete una madre, una zia, una nipote, vostra figlia o vostro figlio che crede in un Dio (qualsiasi esso sia) per smoderatore è un cretino.
EliminaCerto, per essere educato ha cambiato la T con la D... ma sempre di cretino si tratta. D'altra parte Totò non disse "credino", ma cretino. E il riferimento alla parola cretino è implicito nella frase stessa di apertura di questo blog.
Bravo smoderatore, proprio bravo... continua pure a insultare la gente...
Mai sentito parlare di sogno lucido? Tecnicamente siamo in grado di renderci conto che stiamo dormendo.
RispondiEliminaMa a parte ciò, quella di Gurdjieff è chiaramente una metafora dei vincoli che caratterizzano la vita dell'essere umano e lo conducono al "sonno". Il sonno non è uno stato da rincoglionito totale, è da intendersi come schiavitù. Ci sono schiavi che non conoscono la libertà e schiavi che farebbero di tutto per liberarsi. Ecco la differenza fra una persona che può lavorare su di sè ed una persona che non può farlo.
Schiavitù da cosa? Siamo schiavi delle emozioni, dei pensieri, di ogni impressione che ci giunge dall'esterno e che viene elaborata attraverso la nostra soggettività , talvolta impedendoci di distinguere che cosa è reale e cosa non lo è. Un esempio lampante è la gelosia, che può svilupparsi attraverso elucubrazioni molto irreali. Il sonno produce questo, produce la realtà che vedi. Ti trovi bene? Ti sembra tutto a posto?
Lo stato di risveglio consente all'essere umano di liberarsi dalle schiavitù emozionali e mentali che lo caratterizzano, fa risparmiare tempo ed energia per vivere meglio. Meno seghe mentali e più presenza viva , meno identificazione e più osservazione. Parlo ovviamente di ciò che ho sperimentato , e non perchè mi va di difendere Gurdjieff, anche se è l'unico autore che salvo nel marasma di banalità che vengono propinate sul risveglio.
Mi auguro che tu possa sperimentarlo in prima persona.
Saluti.
Ahimé, l’ho sperimentato, e anche tante volte...
RispondiEliminaMa sei proprio sicuro che ciò che hai sperimentato fosse reale?
E se fosse solo il frutto della tua immaginazione manipolata dal tuo credo?
Sul serio: qual’è la differenza fra chi può lavorare su di sé e chi non può?
Il credere di essere schiavi non è di per sé una forma di schiavitù?
Le persone sulla via si creano la propria schiavitù così come la propria via d’uscita.
Anonimo (del 28/2 un pò più sù):
RispondiEliminaHa, Ha, Ha, Ha, Ha, Ha, Ha, Ha, Ha, Ha, Ha, Ha, Ha, Ha, Ha, Ha, Ha, Ha, Ha, Ha, Ha, Ha, Ha, Ha, Ha, Ha, Ha, Ha, Ha, Ha, Ha, Ha, Ha....!
Se lavorassi veramente con il ridere riconosceresti l’umorismo di questo sito.
L'insulto non è umorismo. E' insulto. E nel caso dell'insulto l'umorismo non fa altro che peggiorare le cose... in quanto lo rende un insulto goliardico, del tipo peggiore che possa esserci.
Eliminaciao smoderatore.
RispondiEliminaGuarda, se vuoi ti racconto tutte le mie "meravigliose" esperienze accadute per caso , molto prima che cominciassi a leggere libri sulla meditazione e simili. Questi eventi sostanzialmente sono accaduti perchè ho passato un periodo di leggera depressione. In quel periodo cominciai ad esercitare una sorta di osservazione passiva del pensiero. Quando si sta male spesso viene naturale ed i suoi benefici sulla psiche sono molto concreti. Su questo ci sono anche diversi studi scientifici in merito, non vedo perchè non considerarli.
Quindi quando parlo di concretezza , ne parlo per via degli effetti positivi che certe tecniche hanno avuto sulla mia psiche e sul mio corpo.
Visto che sei scettico in merito, ti risparmio il resto perchè non è supportato da nessuno studio oggettivo rigoroso. (nel caso avessi bisogno di link sulla meditazione e gli effetti sul cervello non esitare a chiedermelo che vedrò di postartene almeno uno).
E' mia opinione che l'uomo sia sottoposto continuamente a svariati influssi che lo vincolano e pensare, provare emozioni ecc, ma che questi non provengano dalla sua volontà. Io credo di provare una determinata emozione , credo di compiere quella determinata scelta, ma in realtà sono guidata da una forza che non posso affatto controllare senza riconoscere prima che mi sta dominando. Chi vuole fare un lavoro su di sè, deve avere l'umiltà di riconoscere che la sua vita è controllata da innumerevoli IO, ognuno coi suoi bisogni e le sue preferenze, spesso anche contraddittorie fra di loro. La presenza di un numero esagerato di padroni fuori controllo, produce il sonno di cui parla Gurdjieff , che essenzialmente, è mancanza di Volontà vera. Infatti G dice che la prima cosa fondamentale di cui dobbiamo renderci conto è che non è possibile fare niente, ma tutto accade. Il lavoro su di sè parte da questa constatazione. E la validità di questo concetto non l'ho creduta mentre lo leggevo, ma l'ho sperimentata tramite il mio dolore , che poi ho riconosciuto come prodotto della frizione fra diversi IO che avevano intenzioni differenti fra loro.
Il credere di essere schiavi, per me non esiste, mentre scoprire di essere vincolati,rappresenta il primo passo verso la libertà.
Non mi fido molto di chi è sulla via per moda o perchè la sua vita lo annoia. E ce ne sono molti. Non mi convincono neanche i molti maestri per i quali l'illuminazione è una stronzata raggiungibile all'improvviso rendendosi conto di quelle 2 o 3 banalità e con la semplice osservazione passiva(vedi Osho). Il risveglio non si raggiunge a forza di imparare concetti più o meno belli, perchè quelli nutrono solo la mente e l'ego e per dirla come può piacere a te, la credinità. Lo si raggiunge (almeno noi umani)con la pratica costante e la dedizione e spesso anche tramite la sofferenza, una via insidiosa ma molto produttiva se sfruttata bene.
ciao :)
Caro Anonimo/a:
RispondiEliminaDici: “Visto che sei scettico in merito, ti risparmio il resto perchè non è supportato da nessuno studio oggettivo rigoroso.”
E qui, non aggiungerei altro...
“Io credo di provare una determinata emozione , credo di compiere quella determinata scelta, ma in realtà sono guidata da una forza che non posso affatto controllare senza riconoscere prima che mi sta dominando. Chi vuole fare un lavoro su di sè, deve avere l'umiltà di riconoscere che la sua vita è controllata da innumerevoli IO...”
“Non credere agli IO! Gli IO non sono reali!”
Quale IO riconosce questo? Quale IO vuole fare il lavoro su di sé?
“Il credere di essere schiavi, per me non esiste, mentre scoprire di essere vincolati, rappresenta il primo passo verso la libertà.”
Fra il credere di essere schiavi e il credere di essere vincolati non c’è tutta questa differenza. Fra chi crede di potersi liberare e chi crede di averlo fatto... pure. L’unica piccola differenza tra questi ultimi è che chi crede di essere risvegliato è un credino cristallizzato; chi ci sta provando, per fortuna, ancora no.
“Infatti G. dice che la prima cosa fondamentale di cui dobbiamo renderci conto è che non è possibile fare niente, ma tutto accade. Il lavoro su di sè parte da questa constatazione.”
Il tuo caro amico G. diceva anche: “Le persone mentono di continuo, sia a sé stessi che agli altri. Per dire la verità, bisogna essere diventati capaci di conoscere che cos’è la verità e che cos’è la menzogna; prima di tutto in se stessi, e questo nessuno lo vuol conoscere. Ogni volta che qualcuno parla di qualcosa che non sa come se la sapesse, mente. In realtà per l’uomo è impossibile lo studio di sé, finché rimarrà incapace di distinguere in se stesso l’immaginario dal reale.”
“Il risveglio non si raggiunge a forza di imparare concetti più o meno belli, perchè quelli nutrono solo la mente e l'ego e per dirla come può piacere a te, la credinità. Lo si raggiunge (almeno noi umani)con la pratica costante e la dedizione e spesso anche tramite la sofferenza, una via insidiosa ma molto produttiva se sfruttata bene.”
Dire questo, vorrebbe dire che tu hai raggiunto il risveglio... Perché se così non fosse, non potresti saperlo; come fai quindi a essere sicuro di quello che dici?
Il credino ha deciso a mente sua quale IO sia reale e quale non lo sia, cosa osserva e cosa è osservato, quale è alto e quale e basso. Dire che “dobbiamo renderci conto che non è possibile fare niente, ma tutto accade” e poi dire che invece si può è un’irrisolvibile contraddizione di cui il credino assolutamente non s’avvede, perché per sua logica c’è una logica che spiega l’illogicità della logica dell’illogico.
Ti invito a leggere il prossimo post che riguarderà lemeraviglie dell’”esperienza”.
Ah che bel blog! Sei uno sfigato, non per altro, ma sei stato QUINDICI ANNI "studiando e credendo in ciò che studiavi" (ti cito non letteralmente) come dici tu a proposito della Quarta Via e di Gurdjieff. Quindici anni? hai buttato una marea di tempo... IL problema è che magari hai studiato e basta, e il problema ancora più grosso è che hai CREDUTO. Nel lavoro su di sé non si deve credere in nulla, sennò si diventa religiosi. Io lavoro su di me, a momenti riesco meglio a momenti peggio, e "credo" in quello che sperimento, seguendo delle direttive. Anzi per essere più precisi le cose che ho letto e studiato le ho prima sperimentate, il ritrovarle nei libri mi ha solo confermato che ciò che vivevo non era "inesistente". Non ho nessuna fede e nessun fanatismo, mi stanno anche parecchio sulle palle le religioni e i fedeli bigotti. Questo blog è un ammasso di pensieri logico ultra razionali che non dimosrano un bel nulla. Sei un piccolo essere umano frustrato che si sente derubato della sua vita, e fai di tutta l'erba un fascio. Mi ricordi tanto gli atei che non fanno altr oche scagliarsi contro "dio", e dio qui e dio lì, non si rendono conto che c'è più fede in loro che in un prete. Buona frustrazione. Auguri.
RispondiEliminaÉ tipico del credino fare sempre due pesi e due misure: “credere” travirgolette è molto diverso e molto meglio di CREDERE maiuscolo... sempre credere rimane.
EliminaIl “Lavoro su di sé “ è basato sul credere, altrimenti non potrebbe esistere. Riguardo allo sperimentare ne ho già ampiamente parlato nell’ultimo post: L’Esperienza.
Dov’è questa conferma che ciò che vivevi (chissà cosa) non era “inesistente”? Perché fino a prova contraria È “inesistente”. Possiedi forse la tanto agognata elusiva prova contraria?
Quella del credino è una conoscenza supposta, e non v’è che un solo posto dove collocarla (leggere attentamente le modalità d’uso).
Sostieni di non aver nessuna fede, ma è grazie ad essa che credi a ciò che sperimenti, e a chi ti elargisce le suddette preziose “direttive”. Il tuo “credo” ti fa sentire certamente superiore alle “religioni e i fedeli bigotti” ma non ti rende certo diverso. Buona continuazione di "Lavoro".
Più rileggo il tutto più noto che hai buttato nel cesso 15 anni. E continui a buttare tempo cercando di sbrugiardare tutto ciò che non ti piace! Sei un mito! Si vede che studi seriamente le cose tu. Un genietto.
RispondiEliminaPenso che prima di laciarsi andare al giudizio, prima di giudicare, le cose vanno osservate e ricercate con un certo interesse e da tutti i punti di vista. Premetto che comunque preferisco accettare ma non condividere un concetto, piuttosto che giudicare. Dare del credino è dare una sentenza, un giudizio. Condivido il fatto che ci sono persone come Tolle o Brizzi che per la loro immagine, a volte le sparano grosse e contrastanti, ma appunto il loro scopo è quello di farsi pubblicità. C'è anche da dire che alcuni loro concetti (anche se riciclati) sono una buona base per spunti riflessivi interiori; detti a modo loro ma che magari fanno riflettere. Il fanatismo poi sulla quarta via, sul risveglio o sul lavorare su sè stessi è un problema che nasce dai fanatici e non da chi professa, posso ascoltare cos'hanno da dire loro con le loro teorie e poi con la mia testolina cogliere ciò che è utile e riderci su sulle sparate eccessive. Come ricerco e leggo blog come questi, cogliendo ciò che è utile e rinnegando l'eccessiva condanna delle persone "credine". Si può non condividere, poi stà ad ognuno di noi usare il caro e vecchio (spesso perduto) BUON SENSO. Ognuno di noi ha una testolina per capire quando si oltrepassano i limiti dell'esagerazione e del fanatismo, per il resto il mondo e le persone con le loro esperienze sono una fonte di conoscenza ed arricchimento inesauribile, anche se sono contro i propri principi.
RispondiEliminaApprezzo comunque ciò che emerge in questo blog, come altri blog che trattano i temi in questa sede contestati.
Caro Anonimo,
Eliminapersonalmente ritengo il giudizio come il frutto del buon senso e della riflessione. Esso non è da trattare come un brutto mostro cattivo; considerarlo tale a mio avviso non è che un rigurgito di qualche indottrinamento preso per scontato. Forse per non rimanere prigioniero del suo ipnotico inutile potere potrebbe aiutarti chiamarlo ‘parere’ o ‘opinione’, ‘valutazione’ o anche ‘discernimento’. Inoltre, mettere un limite al buon senso è una contraddizione in termini: ritenere che alcuni concetti di Brizzi o Tolle siano “una buona base per spunti riflessivi interiori” ne è un esempio. Aprire la porta alla ricerca spirituale è chiuderla in faccia al buon senso. In ogni caso benvenuto e grazie dell’intervento spassionato.
"Aprire la porta alla ricerca spirituale è chiuderla al buon senso". "Giudizio come frutto del buon senso e della riflessione... non è da trattare come un brutto mostro cattivo". Scusa, le due citazioni mi fanno pensare a due cose: perchè allora ti accendi tanto quando ti fanno certe osservazioni contrarie al tuo punto di vista (presenti in questo blog)? Se il giudizio è frutto del buon senso e della riflessione... rilassati e non ti accanire troppo nelle risposte! Poi, secondo te chiunque apre le porte alla spiritualità perde buon senso... cazzo ma se una buona fetta è cristiana, un'altra buona fetta è islamica, poi mettiamoci buddhisti, induisti, etc. etc.(tutte religioni che comunque sono basate sulla spiritualità) rimani solo tu con un pò di buon senso? Mi sa tanto da sindrome di onnipotenza... Buon senso è non condividere ma comunque non condannare come mi sembra tu stia facendo, condanni tutto ciò che non condividi! Il tuo atteggiamento mi sembra tanto da persona ferita ed arrabbiata più che da una persona che ha a cuore il destino di molte persone vittime del credinismo... Puoi evitare anche l'aggettivo CARO che anteponi alle risposte, non è sincero ma una semplice sigla molto ironica che sa di sfottò!
EliminaIl fatto che più di mezzo mondo creda in una divinità, un’illuminazione, una consapevolezza spirituale qualsiasi (chiamala come vuoi basta che non ti dimentichi la maiuscola) non rende certo queste ultime reali. Se milioni di persone crede a un’idiozia, la cosa non smette di essere un’idiozia. Per avere fede in ogni qual tipo di dogma (small, medium, large, x-large) bisogna accantonare il buon senso. La fede è l’antitesi del buon senso. Ognuno ha il diritto di credere in qualsiasi cosa, così come chiunque ha il diritto di criticarlo e di certo e per fortuna non sono il solo.
EliminaPer finire, caro Anonimo, grazie per l’arguta osservazione, infatti il ‘caro’ sa di sfottò perché è un sfottò.
Come libero Muratore Massone di 16^ grado del rito di Kali,è mio dovere informare questo pubblico che un lavoro su di sè è praticamente impossibile,poichè è solo l'ennesima illusione creata dall'ego come opportunità di uscirne.Tutto ciò che è relativo a risveglio o pseudo-illuminazione è solo un pensar incontrollato di stupide menti quali le vostre.L'orgoglio dell'uomo è sempre stato inaudito fin dai tempi di Adamo e continua tutt'ora,pretendendo di elevarsi sopra DIO(solo a SATANAEL nè fù concesso l'onore)cercando in maniera veramente ridicola di liberarsi dalle proprie sofferenze.Non ci riuscirete stupidi ominidi poichè questo è stato stabilito per voi e nulla vi è possibile per cambiare il destino che vi è stato stabilito.Potete solo sottomettervi al DIO "per mezzo di noi" quali unici veri mediatori e fedeli unti stabiliti fra DIO e le bestie schiave,solo a lui potete mostrare esclusiva devozione,tanto più per i mali che vi dona,che invece di accettarli quali doni indiscussi vè ne lamentate,stupidi terricoli.Vi posso personalmente garantire che i meccanismi dell'ego di cui siete eredi sono il miglior dono che il Venerabile Reggitore possa farvi,poichè le sofferenze che provate sono il miglior modo che DIO ha pianificato per voi affinchè restiate legati al suolo donando onore ai signori di sopra e basta!.In quando a NOI sommi UNTI,scelti fra le folle,a noi spetta la promessa e il potere,il potere di guidare le folle di pecore,poichè a noi fù concesso l'ingegno,prima ancora che il tempo fosse.Ripeto nessun lavoro su di sè è possibile.Siete semplicemente dei goy e non avreste altro nella vita che essere dominati dai vostri meccanismi animaleschi (egoici) ed è perciò più che appropriato smettere di fare strane ricerche spirituali ma piuttosto sottomettersi aa NOI come indiscusse autorità scelte dai tempi più remoti.L'Ordine del Mondo si appresta a venire,stiamo riottenendo il potere che ci spetta sulle folle,ci spetta di diritto,nulla è possibile per contrastare l'avvento.
EliminaVenerabile Emissario della Loggia Massonica Italiana
... Okay!
EliminaSommo delirio di onnipotenza... vedrò comunque di mettermi nell'ordine delle idee di sottomissione, ora che sò del mio terricolo destino.
EliminaPerciò fate davvero parte dell'elite?? Non capisco bene a ciò che ti riferisci quando parli che nessun lavoro su di sè è possibile,visto che il lavoro su di sè è stato creato dalle società segrete degli illuminati per tenerci imbigliati nella trappola!!
EliminaSmoderatore.. TI ADORO!! HAHAHA
EliminaSmoderatore dovrebbe smetterla di improvvisarsi con vari commenti anonimi atti a comprovare la sua scarsa logicità.
EliminaIl commento qui sopra pubblicato da uno che si spaccia per "Venerabile Emissario della Loggia Massonica Italiana" mi fà ridere parecchio,è fin troppo chiaro che quel commento rappresenta l'ennesimo tentativo fallito di smoderatore di dimostrare che sul blog ci sono "altri" che la pensano come lui. ...Veramente illuminante per smoderatore improvvisarsi per un emissario massonico per denigrare il lavoro su di sè... hahaha ti adoro anch'io hahahah..
Davide
Capisco ora quanto bene leggi i post... avevo scritto che potevi evitare il CARO (almeno con me), ma evidentemente ti diverti con così poco e da quì capisco la grandezza del tuo buon senso.
RispondiEliminaAlcune domande, visto che fede e spiritualità vanno a discapito del buon senso, perchè sei nato? Perchè secondo te sei quì in vita? Perchè esiste la vita?
E' tutto un caso? E' il semplice corso della natura? E' un'insieme di fatalità scentifiche?
Cosa dice il tuo buon senso su queste domande?
Vedi, anche se porti avanti concetti che possono aver valore, il tuo modo di porti ed esporre manda un pò tutto a puttane! Posso usare metafore no? O accetti solo ciò che corrisponde a realtà e scentificamente provato? Chiedo per educazione... :-)
Scusami (senza caro), mi era sfuggito il tuo commento.
RispondiElimina"Cosa dice il tuo buon senso su queste domande?"
Dice che è inutile porsele!
Già... forse è inutile porsele. Forse è meglio fidarsi di quello che risponde in modo tangibile e verificabile, di quello che si dice scientificamente provato, di quello che ti propinano selvaggiamente i mass media... già in fondo la vita è bella così, che serve porsi domande così futili ed inutili. Vuoi mettere il confronto con l'utilità di quello che i saggi della tv odierna ti insegnano... Punti di vista.
EliminaComunque vista la tua fiducia smisurata nelle realtà, non scusarti per una cosa non reale. Il mio commento non ti è sfuggito, semplicemente è un pò di tempo che non controlli ed aggiorni il tuo blog. Senza offesa eh! Giusto per sottolineare la realtà dei fatti.
Ora ti saluto, è stato un piacere discorrere con te, però devo tornare VOLONTARIAMENTE a sputtanare il mio inutile tempo.
Ognuno è libero di scegliere di che vita vivere...
No,no e assolutamente no.Il lavoro su di sè non è assolutamente possibile.L credenza che possiamo ottenere una sorta di illuminazione, o la salvezza da noi stessi significa elevarsi sopra di dio,questo vuole il demonio!!Al telegiornale non ho mai sentito una bufala così,un'assurdità che usano solo questi maestri per rovinare la gente senza uno scopo nella vita.Dio non perdonerebbe mai un acosa del genere.Cercate Dio e la sua salvezza,invece di perdervi in queste opere malvagie!!!
RispondiEliminama stò sito è un troller frame? io il lavoro su di sè l'ho sperimentato!
RispondiEliminaChe scemenze scrivete su questo blog!!!! è tutto falso cio che dice è nè ho le prove!!!!
RispondiEliminaCredo che questo smoderatore sia completamente fulminato da poter scrivere certe cose hihihhi
RispondiEliminaLasciatelo perdere Anonimi,Smoderatore ha smarrito la via,un pò come Dante.Adesso sta vagando ancora nelle lande dell'inferno.Se sarà forte un giorno ritroverà il cammino.
RispondiEliminaBuone riflessioni
Carlo.E
A proposito di smarrire la via Carlo E.: cosa ci fai ancora qui?
EliminaBad Dog! Bad Dog of God!
Sul discorso che le cose non possono cambiare in qualcosa di diverso, è spiegato molto bene (filosoficamente) in un libro di Emanuele Severino: "Tautotes".
RispondiEliminaSeverino è un filosofo italiano che ricorda molto Heidegger, nella sua impostazione, quindi niente spiritualismi, esoterismi, ecc..
Complimenti per il blog, spiritoso e intelligente.
Un saluto.
Davide
Conosco e stimo il pensiero di Emanuele Severino. Un saluto anche a te Davide. Grazie.
Elimina"La teoria degli accidenti è semplicissima. Essi accadono soltanto quando il posto è vuoto; se il posto è occupato, non possono accadere. Occupato da cosa? Dalle azioni consapevoli. Se non potete produrre un’azione consapevole, esso deve essere per lo meno riempito da azioni intenzionali. Quindi, allorché il lavoro e ogni cosa connessa ad esso di viene veramente il centro di gravità della vita di un uomo, questi diviene praticamente libero dalla legge dell’accidente." (La quarta via)
RispondiEliminaNei testi del sistema c'è scritto tutto, ma per poterli leggere c'è bisogno di aiuto
... E la pratica?
EliminaNei testi del sistema c’è scritto di tutto, ma per poterli leggere c’è bisogno di crederci.
Ciao Francesco, abbastanza nebulosa quella descrizione, non ti pare?
RispondiEliminaIl posto "vuoto" è inteso come un campo di possibilità (molto generica come spiegazione, ma logica), qualcosa succederà!
Ricordiamoci però: nel bene e nel male!
La designazione positiva o negativa è un interpretazione della realtà, non la padroneggio però.
E, che sia positiva o negativa, è sempre quel qualcosa che ci rende possibile l'esistenza.
Un saluto.
Davide
Evvero sì,il lavoro su di sè è nà bufala bella e buona ragazzi
RispondiEliminaState attenti e meditate gente,meditate
lEGGETEVI "Frammenti di un Insegnamento sconosciuto" e "Racconti di Belzebù a suo Nipote","Incontri con Uomini Straordinari" e "La Comprensione Dell'Essere","Il Nunzio del Bene Venturo" e "La Vita Reale","L'Evoluzione Interiore dell'Uomo" e "Coscienza","Un Nuovo Modello dell'Universo",*"La Quarta Via"*...e infine studiatevi accuratamente tutti gli scritti di Anton Szandor LaVey e L. Ron Hubbard e Heinrich Himmler.
Che la verità conduca i vostri passi
La frase “Nessun lavoro può essere effettuato nel sonno”...
RispondiEliminaFrase autorevole di chi? Spero non di Gurdjieff, perchè sarebbe una bella contraddizione...
Dove sta scritto che non possa essere effettuato alcun "lavoro" nel sonno? Anche altrove lo Smoderatore asserisce "Che il sonno e l’esser svegli abbiano gradi è un’altra bugia che reputiamo vera e che diamo per scontata: fino a prova contraria la non la ‘consapevolezza’, o la totale mancanza di essa, non esistono"
Davvero? Suppongo che lo Smoderatore non abbia mai sperimentato di accorgersi di essere in un sogno e quindi di prendere la decisione di svegliarsi dal sogno. Nessuna metafora spirituale, stiamo parlando della classica e persino banale esperienza dell'accorgersi che stiamo dormendo durante un sogno. E' un esempio alla portata di tutti di come una persona ADDORMENTATA (dato che sta sognando) possa prendere CONSAPEVOLMENTE la decisione di risvegliarsi. Anche se più difficile (perchè quasi sempre la consapevolezza del sognare porta al risveglio) è persino possibile prendere la decisione di manipolare consapevolmente il sogno per compiervi al suo interno ogni genere di "prodigio"... a me è capitato più volte, ed è una cosa normale, affatto "trascedentale".
Quindi possiamo tranquillamente osservare come il sonno e l'essere svegli non siano affatto condizioni prive di gradi. Così come non è vero che esista solo la consapevolezza o solo il sonno.
Chi dorme senza sapere di dormire è meno consapevole di chi dorme sapendo di dormire (esempio del sogno lucido)... il ragionare per "aut aut" (ovvero in termini di "o 100% bianco o 100% nero senza vie di mezzo") è solo tipica dell'immaginario umano (per la precisione degli esseri umani di poca fantasia e con tanto dogmatismo nella testa sotto forma di paradigmi e schemi mentali)... alla natura invece la gradualità è una cosa che le garba assai. Con unica eccezione della vita e della morte (condizioni decisamente nette), quasi tutto il resto in natura possiede un enorme ventaglio di sfumature che non si limita ai due soli estremi. La coscienza umana non fa eccezione, anzi, forse è una delle cose con più "gradi" che esista. Vogliamo fare anche solo l'esempio del sonno? Già tra fase REM e non REM possiamo tranquillamente osservare due condizioni di sonno completamente diverse tra di loro...
"Ci sono più cose in cielo e in terra Smoderatore di quante ne sogni la tua filosofia..."
Non so se anche Gurdjieff l’abbia mai detto, ma la frase è del suo compare/scompare Ouspensky ed è infatti una bella contraddizione.
EliminaGrazie dell’appunto, capisco che non fosse molto chiaro. Il non-essere non è, oppure, nella totale mancanza di qualcosa quel qualcosa non esiste, era in relazione al “lavoro” che (non lo dico io) non può essere effettuato nel sonno, essendo il sonno assenza di consapevolezza.
È vero, tutte le “esperienze” che ha elencato Crodino sono assolutamente “sperimentabili” senza nessuna metafora spirituale o nessuna cosa “trascendentale"... E allora?
È quando si vogliono usare tali “esperienze” come “cose trascendentali” e “metafore spirituali” che si sfocia nell’indimostrabile...
Di quale coscienza parli?
"Ci sono più cose in cielo e in terra Smoderatore di quante ne sogni la tua filosofia..."
Ha ragione Willie, e basterebbero anche solo le cose in terra per sfamare la frenesia di straordinario.
Non a caso forse è proprio la parola "spirituale" che crea maggiori fraintendimenti...
EliminaCos'è "spirituale"? Cos'è lo "spirito"?
La verità è che "spirituale" è una parola ambigua nel quale si tende a relegare quasi tutto quello che non esiste o che ancora non conosciamo.
"Spirituale" nell'ambito della ricerca "spirituale" funge da termine "di sfogo" nel quale potere relegare il non noto.
Al pari dei termini "etere" e "umore", termini vaghi per indicare una marea di cose che ancora non erano ben note e chiare alle scienze della fisica e della medicina dei secoli passati.
Se forse si togliesse la parola "spirito", forse ci sarebbero meno pregiudizi mentali.
Riguardo al fatto che "il lavoro non può essere svolto nel sonno" direi che non ha nemmeno molta importanza chi lo abbia detto o asserito. L'esempio che ho fatto sopra è la dimostrazione che il "lavoro" nel sonno è assolutamente possibile, se per "lavoro" intendiamo il fatto che una coscienza addormentata possa rendersi conto del proprio stato e risvegliarsi.
La teoria che esista il "risveglio", "l'illuminazione" o più semplicemente una condizione di veglia "ulteriore", tramandata dai vari "insegnamenti" esoterici, mistici o come cavolo li si voglia chiamare, pone semplicemente la tesi che tale condizione possa esistere anche su più piani o "ottave"... ovvero che "A" ("Risveglio") stia a "B" (condizione di massima "veglia" da noi sperimentata fino ad ora) nello stesso modo in cui "B" sta a "C" (stati di veglia inferiore o assente come il sogno ed il sonno).
Salvo voler cadere in sterili dogmatismi, il sottoscritto non asserisce che tale possibilità sia certezza, ma si chiede se una simile ipotesi sia plausibile e possibile.
EliminaCiò che viene postulato dalle dottrine del "Risveglio" è semplicemente una gradualità degli stati di coscienza che pone sul gradino più "alto" un livello di veglia diverso da quello che normalmente noi crediamo essere tale, ovvero il nostro ordinario modo di percepire e sentire le cose.
La gradualità degli stati di coscienza non è una ipotesi, ma una realtà, a meno che di non voler asserire che la quantità e qualità della veglia di ciascuno di noi rimanga invariata tra lo stato di veglia più lucido possibile a noi noto e... il dormiveglia, il sonno REM e non REM, il sogno, l'ipnosi, l'alterazione dovuta da sostanze chimiche, ecc.
Senza contare come sicuramente lo stato di coscienza sia sicuramente diverso da specie animale ad altra specie animale, o vegetale ecc.
La gradualità degli stati di coscienza è una "verità" (per quanto sempre relativa quando si tratta di qualsiasi argomento di conoscenza da parte dell'essere umano) provata costantemente da tutti noi.
Le varie dottrine del Risveglio si limitano ad aggiungere a questa evidenza un'ulteriore convinzione non provata (non provata almeno da noi), ovvero che esistano traguardi di "veglia" superiori a quello comunemente da noi provato.
Insomma le dottrine del risveglio compiono nei confronti degli stati di coscienza quello che Giordano Bruno fece nei confronti della nostra limitata convinzione che esistesse solo il nostro mondo conosciuto, e ciò che Copernico fece nei confronti della convinzione che il nostro mondo fosse al centro del Creato... in questo caso però ad essere affermata è la teoria dell'infinità degli stati di coscienza e della assoluta non centralità del nostro comune ed egocentrico modo di percepire le cose...
Sono d'accordo nell'affermare che non vi sia dimostrazione per una simile tesi.
Ma dal punto di vista delle possibilità non è qualcosa di logicamente implausibile. Non meno della teoria dei fisici che esistano fino ad undici dimensioni rispetto alle sole quattro da noi finora conosciute.
p.s. anche la parola "trascendentale" andrebbe forse evitata per evitare pregiudizi cognitivo...
Che cosa sarebbe "trascendentale" e cosa non lo sarebbe?
Per un'ipotetica popolazione aliena di persone che nascono come creature in coma, e che sono abituate a vivere in tale stato di coscienza fino alla morte, immagino che sperimentare uno stato di veglia simile al nostro verrebbe descritta o derisa come una impossibile esperienza "trascendentale"...
Se vogliamo giungere ad una conclusione "onesta" riguardo a qualsiasi discussione sulla possibilità di queste "Queste Oscure Materie" [cit.] occorre restituire ad ogni "soggetto" il suo corretto "predicato".
RispondiEliminaPongo questo commento come ulteriore risposta a tutto quanto abbiamo discusso finora, anche in altri post...
Che cosa intendo dire con "restituire ad ogni soggetto il suo corretto predicato" ?
Mi riferisco al fatto che le cose "reali" sono semplicemente "reali", esse semplicemente sono, almeno secondo le attuali apparenze della nostra esperienza.
Le cose "possibili" sono invece "possibili". Esse non sono "reali" perchè non sono dimostrate dalla nostra esperienza e dai nostri sensi.
Non tutte le cose che possiamo immaginare rientrano per forza nel campo della possibilità.
Immaginare per esempio un "unicorno" non lo rende certamente possibile.
Ancor meno possibili sono le cose che andrebbero in totale contrasto con la nostra esperienza... per esempio la possibilità che la Terra sia piatta va contro la nostra esperienza che sia tonda. [...]
Una conclusione "onesta" riguardo a qualsiasi discussione sulla possibilità di "Queste Oscure Materie" [cit.] è che le cose "reali" sono semplicemente "reali". Le cose "possibili" sono invece "possibili". Esse non sono "reali”, perchè ancora non si sono dimostrate tali, però... senza nessun però.
Elimina"senza nessun però"... invece sì che c'è un però, perchè affermare la possibilità di una cosa non significa affermare che ci sia in quanto si è scoperto che c'è.
EliminaQuando uno scienziato formula una ipotesi o una deduzione in realtà sta formulando l'ipotesi di una possibilità, che è diverso dal dogma del "c'è" o "non c'è" riguardo a qualcosa di ancora non dimostrato.
Ritorna il solito esempio del possibile pianeta in grado di ospitare vita simile alla nostra. Formulare la possibilità che ci sia (in base ad una semplice ipotesi dovuta a calcoli o a ragionamenti deduttivi) è ben diverso da affermarne l'esistenza. In altre parole è altamente probabile che su milioni di miliardi di pianeti possibili almeno uno sia simile al nostro... questo è un semplice ragionamento probabilistico che fa qualsiasi scienziato, non l'affermazione che se ne sia scoperta e dimostrata l'esistenza tangibile. Quindi il "però" c'è, è che è scomodo ammettere che ci sia...
Il "però" c'è... perché ritorna il solito esempio del ghiaccio che “però” non è che acqua in uno stato differente. Affermare la possibilità di una cosa non significa affermare che ci sia in quanto si è scoperto che c'è. Ipotizzare di poter nuotare nell’acqua solida, in sé, come fantasia, non è sbagliato, poiché ipotizzare su possibili congetture è un’astrazione che non fa una grinza, e allora? Allora restituendo “ad ogni soggetto il suo corretto predicato", le cose "reali" sono semplicemente "reali" e le cose "possibili" sono invece "possibili", “esse non sono "reali" perchè non sono dimostrate dalla nostra esperienza e dai nostri sensi”, Se ‘A’ (cosa possibile) non è uguale a ‘B’ (cosa reale) e ‘C’ (cosa ipotizzata) è uguale a ‘A’ (cosa possibile), ‘C’ (cosa ipotizzata) non è uguale a ‘B’ (cosa reale). “Una persona "onesta" su questo argomento si limita semplicemente a prendere atto di simile possibilità”, perché nella possibilità dell’esistenza supposta è inclusa, oltre alla probabilità che essa sia, anche la probabilità che essa non sia.
EliminaAnche se fosse “altamente probabile che su milioni di miliardi di pianeti possibili almeno uno sia simile al nostro”, ciò rimane, fino a prova contraria, nient’altro che una possibile probabilità.
Quindi, restituendo “ad ogni soggetto il suo corretto predicato", il "però" c'è, ed è proprio del credino, come ipotizzata possibilità per giustificare le proprie convinzioni.
[...]
RispondiEliminaPerò quello della conoscenza possibile è un territorio molto meno affidabile di quanto possiamo credere... siamo portati a dare per scontate molte cose che in fondo tanto scontate non sono, e se spingessimo fino in fondo il nostro scetticismo arriveremmo a renderci conto che nulla può essere dato per scontato. Cartesio spinse questo dubbio fino al punto di affermare che si poteva essere sicuri soltanto del proprio "io penso"... se c'è qualcosa su cui hanno però ragione gli yogi orientali... è il fatto che avere dei pensieri in testa non è nemmeno la dimostrazione sicura di un "io" solido e unitario che li pensi.
Fatta questa onesta premessa, ovvero che alla fine non esiste proprio nulla che sia certo e sicuro al 100%, concludiamo quello che possiamo osservare riguardo alle cose che non sono "reali", ma che "possibili".
Formuliamo l'ipotesi che possa esistere un altro pianeta dotato di atmosfera simile al nostro e capace di ospitare forme di vita.
Il pianeta in questione non è "reale", perchè non ne abbiamo esperienza e perchè la sua esistenza non è ancora stata provata.
Ma che sia POSSIBILE l'esistenza di un simile pianeta in un qualsiasi angolo dell'universo è una teoria fortemente plausibile.
Una persona "onesta" su questo argomento si limita semplicemente a prendere atto di simile possibilità. E posso anche concordare sul fatto che qualsiasi altra speculazione in proposito potrebbe essere ritenuta superflua e inutile.
Ma è a questo punto che intervengono i "credini", divisi nelle loro solite due categorie: quelli che prendono la "possibilità" per assoluta certezza (è il caso dei credini presi in giro dallo Smoderatore), e quelli che il possibile lo vogliono negare come impossibilità, come se fossero stati personalmente su ogni sistema solare dell'universo conosciuto ed immaginabile per verificare di persona l'assenza di un pianeta simile al nostro.
Entrambe le posizioni "credine" scadono nella fede assoluta e cieca nella propria opinione. Questo perchè la posizione assunta da un credino non è realmente dettata da una forma di ragionamento razionale e mentale (e l'unica forma di ragionamento razionale è ammettere che ciò che è possibile non è nè reale, nè impossibile, ma semplicemente quello che è per sua definizione... ovvero "possibile"), quanto piuttosto da una forma di attaccamento o di repulsione emotiva. In altre parole il credino nega o afferma a seconda di quanto gli faccia comodo.
Nel caso del pianeta simile al nostro, il credino convinto che esista PER FORZA ci crede disperatamente perchè gli piace l'idea che possano realizzarsi tutte quelle fantastiche possibilità che ha visto sempre nei film di fantascienza: il contatto ed il dialogo con altre civiltà provenienti da altri pianeti, o la possibilità di una nuova frontiera per l'esplorazione umana. La posizione di tal credino è puramente emotiva. [...]
Una conclusione "onesta" riguardo a qualsiasi discussione sulla possibilità di "Queste Oscure Materie" [cit.] è che le cose "reali" sono semplicemente "reali". Le cose "possibili" sono invece "possibili". Esse non sono "reali”, perchè ancora non si sono dimostrate tali, però... è a questo punto che interviene il credino che accantonata la sua stessa onesta premessa per avvalersi della supposta ragione degli yogi orientali che dicono che “il fatto di avere dei pensieri in testa non è nemmeno la dimostrazione sicura di un "io" solido e unitario che li pensi” e, indossato il costume da agnostico e imbracciato l’assioma scientista della possibilità, saltando di palo in frasca con due pesi e due misure usa questa nuova pensata vera opinione per scagliarsi caparbio contro le sue stesse congetturate premesse trasformandosi ignaro in quello che lui stesso non sopporta e critica.
Eliminaè a questo punto che interviene il credino che accantonata la sua stessa onesta premessa per avvalersi della supposta ragione degli yogi orientali che dicono che “il fatto di avere dei pensieri in testa non è nemmeno la dimostrazione sicura di un "io" solido e unitario che li pensi” e, indossato il costume da agnostico e imbracciato l’assioma scientista della possibilità, saltando di palo in frasca con due pesi e due misure usa questa nuova pensata vera opinione per scagliarsi caparbio contro le sue stesse congetturate premesse trasformandosi ignaro in quello che lui stesso non sopporta e critica.
Eliminadimostrazione concreta e ragionata di questa affermazione?
Vedo che torni a giocare con le parole fini a se stessi per il risultato spiritoso che riesci a ricavarne... occhio però a come le usi... per esempio affermare che la possibilità sia un "assioma scientista" puzza davvero tanto di frase buttata a caso solo per far verso a quanto da me precedentemente scritto, con la differenza che io ho usato quelle parole con un significato, mentre tu lo ricicli a caso solo per ribattere con la solita frase speculare alla mia... la possibilità ("forse che sì, forse che no") è il contrario del dogma o assioma del "per forza sì come penso io" o "per forza no come penso io"... l'assioma implica rigidità concettuale, al contrario della flessibilità insita nell'accettazione di una possibilità.
Perchè il "credino" poi dovrebbe accantonare la sua stessa onesta premessa per avvalersi della supposta ragione degli yogi orientali che dicono che “il fatto di avere dei pensieri in testa non è nemmeno la dimostrazione sicura di un "io" solido e unitario che li pensi” ?
Si tratta di una ipotesi possibilissima, almeno quanto quella di un io unitario. Detto per inciso poi l'io non è assolutamente considerato unitario da nessuna tradizione psicologica... non solo da quella orientale, ma anche dagli studi di praticamente qualsiasi scuola psicologica occidentale, senza dimenticare che l'io è un concetto talmente astratto che ognuno è libero di figurarselo, suddividerlo o schematizzarlo come crede senza aver mai completamente torto o ragione a riguardo.
Insomma, per riassumere, cos'ha di concreto questa tua risposta?
Nulla, perché essa è basata solamente sulle tue affermaz… ipotesi.
EliminaNon “dimenticare che l'io” (come il pianeta in grado di ospitare vita simile alla nostra, come la sua possibilità e come la possibilità di una qualsiasi ipotesi congetturata) “è un concetto astratto che ognuno è libero di figurarselo, suddividerlo o schematizzarlo come crede senza aver mai completamente torto o ragione a riguardo”, quindi non c’è nulla di sbagliato nel figurarselo, suddividerlo e schematizzarlo come una gran baggianata. Per cui occhio (però) a come la usi... la possibilità ("forse che sì, forse che no") è il contrario del dogma o assioma del "per forza sì come penso io" o "per forza no come penso io", l'assioma implica rigidità concettuale, al contrario della flessibilità insita nell'accettazione di una possibilità, ma se suddetta possibilità viene usata per dire che non puoi figurartela, suddividerla e schemetizzarla come una baggianata, ovvero come si vuole, allora diventa il suo contrario: “per forza come penso io”.
[...]
RispondiEliminaSempre emotiva è la posizione anche del credino che assolutamente non può digerire nemmeno la possibilità che una cosa possibile possa essere tale. E' il caso del nostro Smoderatore. Per il credino che deve assolutamente negare, il fatto di ammettere anche soltanto la possibilità dell'argomento che non riesce a digerire è un affronto pari al fatto di affermare che quella cosa sia "reale".
Il credino che per ragioni emotive personali deve negare una cosa accusa di "credinismo" chiunque osi prendere in considerazione anche solo la possibilità della cosa.
Solitamente questo genere di credino si difende dicendo che il parlare della possibilità di qualcosa di non dimostrato, e quindi reale, è una totale perdita di tempo. Tal credino non si accorge però di combattere una battaglia epistemologica persa, perchè la possibilità che qualcosa sia possibile non c'entra nulla con l'affermazione che sia reale. Nessun scienziato quando afferma la possibilità di una sua nuova teoria sta affermando che sia per forza reale. Immaginate "l'utilità" di un tal credino che piombasse nel laboratorio di un paio di fisici moderni che stanno elaborando l'ipotesi dell'esistenza di universi paralleli al nostro: "muahaha, siete dei credini! i vostri universi paralleli non sono affatto reali perchè io non li ho mai nè visti nè toccati!" E chi ha mai detto che gli universi paralleli siano reali? Qui si sta dicendo che siano possibili, un concetto completamente diverso, in quanto scientifico.
Il credino che nega lo fa per ragioni puramente emotive, per pura e semplice "antipatia" personale. Egli odia che possa esistere anche solo la possibilità di qualcosa. Perchè magari andrebbe ad infrangere qualche sua sicurezza personale. O magari perchè ha inseguito quella possibilità per anni senza raggiungerla, e l'unico modo che ha per vivere senza di essa in pace e rimuovere completamente l'idea che possa essere anche solo possibile. Insomma è la favola della volpe con l'uva, con la differenza che se non posso raggiungere l'uva, allora l'uva NON DEVE esistere.
In cosa è evidente questo? Nel fatto che sicuramente questa persona nella vita di tutti i giorni accetta la possibilità di tutte le altre cose possibili. Se uno scenziato parla della possibiltà dell'esistenza di undici dimensioni oltre alle nostre quattro conosciute, egli ovviamente è disposto ad accettare questa possibilità. Se invece uno psicologo o un ricercatore spirituale avanza l'ipotesi che possano esistere stati di veglia superiori a quello comunemente inteso da noi, allora scatta il ragionamento "il possibile non è possibile perchè non è reale" (ragionamento completamente falsato). Questo perchè egli nutre una sua "antipatia" personale verso l'argomento che gli impedisce di considerare possibile ciò che è possibile. Sul perchè il credino negatore ragioni così... si veda quello che ho scritto nei commenti precedenti.
Una conclusione "onesta" riguardo a qualsiasi discussione sulla possibilità di "Queste Oscure Materie" [cit.] è che le cose "reali" sono semplicemente "reali". Le cose "possibili" sono invece "possibili". Esse non sono "reali”, perchè ancora non si sono dimostrate tali, però... è a questo punto che interviene sempre lo stesso credino che, accantonando la sua stessa onesta premessa e avvalendosi della ragione degli yogi orientali, che dicono che “il fatto di avere dei pensieri in testa non è nemmeno la dimostrazione sicura di un "io" solido e unitario che li pensi” per essere scientificamente coerente allora dovrebbe andare a fare un bel tuffo nel lago ghiacciato insieme ai suoi amici yogi, là dove il ghiaccio da un certo punto di vista non è, in realtà, che acqua. Anche se tutta l’umanità seguisse il suo esempio e si tuffasse con lui il risultato non cambierebbe: neanche allora “secondo le attuali apparenze della nostra esperienza” si dimostrerebbe come “un "io" solido e unitario”... Ma dal punto di vista dell’immaginabile pianeta, dotato di possibile atmosfera capace di ospitare plausibili forme di vita, la presunta risposta emotiva dell’ipotetico abitante, scompisciandosi dalle teoriche risate, sarebbe: “Roba da matti!”
EliminaSul modo e sul perchè il credino ragiona così, vedasi la favola del "Credino nel paese delle sue meraviglie", ampiamente descritti nei suoi commenti precedenti, con la sola differenza che non c’è nessuna differenza.
P.S. Muahahaha...
"Muahahaha..." immagino che questo "Muahahaha..." sia riferito al fatto che quello che hai scritto manca di senso logico compiuto che non sia un semplice metter frasi a caso... vabbè, s'è capito che ti piace trollare invece di essere i grado, se ti riesce, di ribattere con un ragionamento concreto che smentisca quello che ho detto.
Elimina"Muahahaha..." era un’auto-presa in giro riguardo all’ipotesi del modo in cui commento e... zzZZzZzzz… (che noia)
EliminaPer lavoro su di sè, non possiamo intendere il lavoro fatto a livello psicologico (freudiano, comportamentale, filosofico, ecc.) fatto appunto da sè stessi oppure con l'aiuto di un dottore per migliorare il proprio carattere, personalità, stato di depressione, ecc.?
RispondiEliminaCredo che tutto questo sia scienza e non risveglio, illuminazione, anche se del resto potremmo dire che trovare la felicità o comunque una tranquillità nell'animo e cambiare il proprio modo di affrontare la vita (gli altri possono aiutare, amici, dottori, eventi della vita, ecc.) mettendosi in ballo (soltanto noi possiamo intervenire su noi stessi se vogliamo), tutto questo se uno lo vuole chiamare appunto risveglio od illuminazione personale penso possa farlo.
Il problema della questione è che i maestri di vita (filosofi, ecc.) esistono, ma siamo noi che poi alla fine di quel percorso, dobbiamo prendere le redini in mano e salutarli iniziando il vero, nuovo e personale percorso di vita.
LexMat
LexMat lascia perdere queste considerazioni. L'obiettivo di un sito come questo è quello di insultare tutte le persone che hanno una certa forma di fede. Credino=Cretino ossia credente=cretino, aldilà di quello a cui si creda. Nota che in basso a questo sito c'è pure una foto di Gesù Cristo. Quindi anche i cristiani sono cretini, così come gli islamici, i buddisti, i cattolici sono cretini. L'unico che non è cretino è l'autore di questo blog il quale ha creato questo posto per annunciarlo al mondo. Si sforza in tutti i modi di apparire intelligente, anche quando appare ironico.
RispondiEliminaChe buon pro gli faccia.
ma tu il primo principio della dinamica te lo leggi su wikipedia? a proposito di credini...
RispondiEliminaNo, Settimana Enigmistica.
EliminaNon c'era bisogno di dirlo smoderatore... ce ne eravamo accorti tutti. Torna pure alle parole crociate ora.
RispondiEliminaComplimenti per il blog.... Veramente .
RispondiEliminaDa ex credino , ormai da molti anni disintossicato.
Ora meditazione , yoga , mindfullness ....ecc . Ecc ..sembrano la panacea per tutti i mali. Ho visto e sentito cose e cambiare persone nella mia militanza presso varie scuole ed esperienze credine che voi ....umani !!!!
A parete gli scherzi , bravo e complimenti a smoderatore per i contenuti e la divulgazione finalmente fuori dal coro .
Cri
Grazie a te e benvenuto.
Eliminahttp://youtu.be/YLWvyU7Ncnc
RispondiEliminahttp://www.cicap.org/new/articolo.php?id=274478
RispondiEliminaPER IL CREDINO CREDERE NELLE BUFALE SIGNIFICA AVERE UNA MENTALITÀ APERTA?
RispondiEliminaCome amava dire Lord Chesterton, il problema che nasce dal fatto che la gente non crede più in Dio, non è che non creda più in niente, ma che creda in tutto.
Una delle giustificazioni alla povertà culturale delle molte discipline inutili che compongono la naturopatia tradizionale (ma anche della povertà intellettuale dei suoi sostenitori), sta nella bizzarra trovata secondo cui affermare di credere in ipotesi assurde e sconfessate dal buon senso, dall’evidenza e dalla storia sia segno di superiore levatura intellettuale, di apertura mentale, di illuminazione e intelligenza. Non ci sembra che le cose stiano proprio così. Credere nei cristalli e nel potere terapeutico delle acque ionizzate, recitare mantra e preghiere di invocazione a entità ultraterrene (come il leggendario dr. Bach, ormai salito nell’Olimpo degli Dei e assurto alla dignità di Dio di tutti i creduloni) sostenere l’effetto pari all’antibiotico dei semi di pompelmo, convincersi di canalizzare energie universali e guarire per telefono non sono segni di apertura mentale, ma di alterazione evidente dell’equilibrio cognitivo.
Credere senza conoscere ciò che è stato ampiamente dimostrato (l’omeopatia non serve a niente, rassegnatevi!) è solo stupida ostinazione e segno di fondamentalismo ideologico. Credere nella possibilità che la scienza dimostri un giorno l’esistenza dei meridiani e dei chakra è solo il tentativo infantile di giustificare il fatto di voler credere in essi per potersi atteggiare come guaritori illuminati.
Certo che ciò che un tempo era magia ora è scienza. Ma solo perchè gli scienziati, e non i maghi si sono occupati della faccenda, altrimenti la medicina sarebbe ancora ferma alla cura con sanguisughe e salassi, e la chimica un’ affascinante insieme di rituali esoterici, tra alambicchi e code di rospo.
Certo che tutto è possibile, e che il futuro ci riserverà sorprese straordinarie. Ma lo farà il futuro, non il passato, e quello che conosceremo in futuro non sarà mai la conferma di qualche oscura intuizione di antichi popoli più saggi di noi. La medicina tradizionale cinese non troverà mai conferma in nulla, perchè è una filosofia che aveva significato solo nel suo contesto storico e culturale. Non ne avrà nessuno in futuro. Perchè continuare a credere in essa? non è meglio riconoscere la propria ignoranza, e ammettere che la cura della salute e del benessere del prossimo non si improvvisa frequentando corsi di magia e recupero di antiche tradizioni, utili solo per nascondere la propria debolezza mentale?
Dr. P.d.s
Ergo il credino ha bisogno di una seria rivisitazione del proprio mondo cognitivo , o più semplicemente a uno stato naturale di credenze non indotte dal virus delle credenze altrui...
RispondiEliminaCri
Consiglio vivamente questo libro....poi non rompo più .
RispondiEliminaMichael Shermer - Homo credens
Perché crediamo in quello che crediamo? Perché il nostro cervello ci spinge a farlo. È infatti una sorta di motore di credenze: raccoglie informazioni dai sensi e con naturalezza genera convinzioni che si incanalano in schemi predefiniti e che ci sembrano perfettamente plausibili. Così plausibili che siamo pronti a difenderle a oltranza. Anche quando non lo sono, e anche quando tutti — a partire dagli scienziati — le ritengono estremamente improbabili.
Credere in idee improbabili è estremamente probabile! Nessuno può considerarsi immune da questo rischio, che pervade ogni ambito della vita umana: religione, politica, economia… Michael Shermer ci spiega come possano formarsi nella nostra mente tante false credenze. Ma ci indica anche la strada per identificarle, e cercare così di arrivare a comprendere la realtà con cognizione di causa.
la tua logica lascia molto a desiderare, e in fondo c'è una tristezza (tua) enorme in tutto ciò che esprimi :)
RispondiEliminaed è basata su una serie di assunti errati in partenza.
Quindi non si possono ottimizzare le facoltà mentali personali? non si può lavorare sulla propria creatività? non si può conoscere la potenzialità del corpo? e non si può imparare ad allineare nell'azione la mente, col corpo, con l'emozione? cioè praticamente non devi aver mai vissuto nulla, neanche di ordinario, per arrivare a conclusione idiote come questa ...ogni training e apprendistato esistente al mondo prevede questo... e ogni lavoro concreto imparato bene è una forma di lavoro anche su stesso, allinea le nostre funzioni che sono spesso disorganizzate. E questo rimanendo nella normalità da tutti verificabile... uno sportivo , un artista, un performer, non lavora su di sè? e i risultati chi li oggettiva? le sue azioni, le sue scoperte, la sua arte la sua creatività, e infine la sua integrità come uomo.
il "lavoro su di sè " inteso in senso interiore-spirituale avrebbe la pretesa di scoprire altro rispetto al conosciuto e addirittura qualcosa di metafisico? ha la pretesa di scoprire una "coscienza" oltre la mente e uno "spirito" oltre la materia?
beh, tu hai prove del contrario? semplicemente "credi" che non sia così, ma difficilmente puoi essere oggettivo su ciò che sperimentanp e provano gli altri. In ogni caso per iniziar eun lavoro su di sè, nelle tradizioni si dice di affidarsi a chi lo ha già fatto, il che è del tutto naturale... se voglio imparare a uotare vado dall'istruttore in piscina, quindi tutto il tuo ragionamento sull'essere svegli o addormentati è del tutto inutile e stupido. Io posso ben capire che di essere ubriaco e di aver bisogno di aiuto, e mi affido a chi è sobrio e può guidare l'auto ad esempio... inoltre il desiderio di migliorare e di capire in profondità non ha nulla a che vedere con l'illusione di voler vedere le cose diversamente... uno che arriva con un training a cintura nera non è lo stesso che ha iniziato quando era cintura bianca. Sulla metafisica, puoi avere tutti i dubbi che vuoi finchè non vedi qualcuno camminare sulle acque o uscire dal corpo e venirti a trovare come fantasma, ma sul lavoro interiore i risultati li devev valutare chi lo fa, e basterebbe dire "sto meglio se faccio questo lavoro" per essere sufficiente a giustificarne la pratica e tu non hai alcun titolo o diritto per dire "credi di stare meglio"...
insomma, un blog che sembrava carino e ironico, ma alla fine è solo misero :)
adieu
Ciao SUCA
EliminaTi ringrazio del commento che, al contrario, rivela il tuo spirito d’osservazione e lo spessore del tuo personale ragionamento oggettivo, che insieme ti aiutano a formulare deduzioni e ipotesi argute, precise e soprattutto fondate.
Come hai sagacemente osservato la mia tristezza è enorme in tutto ciò che esprimo, e la mia logica lascia molto a desiderare. Viceversa i tuoi assunti sono bensì corretti:
Il "lavoro su di sé" fa scoprire altro rispetto al conosciuto e addirittura qualcosa di metafisico.
Il "lavoro su di sé" rende possibile scoprire una "coscienza" oltre la mente e uno "spirito" oltre la materia.
Infatti, quando si parla di coscienza, di spirito, di qualcosa di metafisico, di trascendentale e così via, è come se stessimo parlando di sport, di arte e di spettacolo, perché sono praticamente la stessa cosa. Quindi ad essi si possono liberamente applicare le stesse proprietà parametri e modalità.
Non è assolutamente sbagliato o azzardato affermare che esistono lo spirito, la coscienza, l’"altro" o qualcosa di metafisico, perché non potendo dimostrare che non-esistono, allora necessariamente devono esistere. Perciò non è tanto una questione di prove di supporto all'affermazione della loro esistenza, quanto il non avere prove della loro non-esistenza. Dimostrare un negativo, per l'appunto, non è inutile e superfluo, ma bensì essenziale e imperativo.
Quindi dire che non esistono coscienza, spirito, anima ecc. non è un'affermazione oggettiva, ma dire che queste cose esistono, a suo modo, lo è.
È chiaro che non è possibile essere oggettivi su ciò che sperimentano gli altri, perché la loro parola e convinzione dovrebbero bastare e avanzare per renderlo certo e reale.
"Per iniziare un lavoro su di sé, nelle tradizioni si dice di affidarsi a chi lo ha già fatto, il che è del tutto naturale..." Infatti all’istruttore di nuoto, all’amico sobrio o alla cintura nera basta dire di saperlo, di esserlo, di saperlo fare o di averlo già fatto, perché sul lavoro interiore i risultati li deve valutare chi lo fa.
Hai perfettamente ragione: è proprio vero che per chi fa un lavoro interiore basta dire "sto meglio se faccio questo lavoro" per essere sufficiente a giustificarne la pratica… Perché è così!
Pertanto, chiunque si volesse cimentare nell’esprimere un’opinione, un pensiero o, non sia mai, un giudizio su tali pratiche, non potrebbe e non dovrebbe farlo mai, in quanto non avrebbe alcun diritto in materia.
Insomma, non so se la tua critica volesse sembrare anche carina e ironica, ma senza velleità, alla fine è solo concreta ed esauriente.
Salut
prego :) come se fosse antani eh
RispondiElimina"Per cui, o si è svegli e quindi è inutile lavorare su di sé ,o si è addormentati e quindi il lavoro su di sé inutile."
oppure, genio, si è in grado di capire che c'è da fare qualcosa per non essere più dei robot meccanici e occorre migliorare e fare qualcosa per sviluppare la coscienza. Se non so andare in bicicletta imparo, sono sufficientemente in grado di capire che non lo so fare ma posso imparare, dai non è difficile, e magari sono abbastanza umile da imparare da chi lo sa già fare....vuoi che te lo spiego col pallottoliere?
"Deve necessariamente entrare in gioco il credo in una fede, o la fede in un credo, per poter risolvere le contraddizoni che nascono dal contrasto con i suddetti principii. Pretendere di poter applicare una forza virtuale (il desiderio che le cose siano diverse da come sono), ad una condizione reale (le cose sono come sono) è una contraddizione irrisolvibile. La fede è l’unico rimedio ed utensile che il credino possiede per poter aggiustare tutte le incoerenze e le illogicità."
e vai di minkiate! tu e la logica due mondi a parte! :D
uno che deve imparare una cosa va di fede o di "pratica"?? lavorare sull'interiore non è così dissimile da qualsiasi apprendistato artigianale, sportivo o pratico di qualsiasi genere? cazzo c'entra la fede? se voglio espandere la mia capacità di attenzione, base per la consapevolezza ho biogno di fede? o di esercizi? cazzo c'entra?
semmai la fede ha anche fare con la fiducia di poter realizzare qualcosa, coe per chi inizia a suonare, a cantare a fare qualsiasi cosa verso cui sente una spinta...
vabè, ma che te lo dico a fare...
ciao Credinetto, purtroppo il tuo blog è peggio di quel che vuoi stigmatizzare ;)
È vero, non occorre essere un genio per essere in grado di capire che non agire più come dei robot meccanici e sviluppare la coscienza è proprio come andare in bicicletta. Perché sappiamo esattamente cos'è andare in bicicletta, così come sappiamo esattamente cos'è la coscienza.
EliminaNon è questione di fede, ma di pratica e, aggiungerei, di diretta e rigorosa conoscenza. Perché lavorare sull'interiore è proprio come un qualsiasi apprendistato artigianale, sportivo o pratico di qualsiasi genere.
Espandere la capacità di attenzione, base per la consapevolezza
è proprio come cantare e suonare.
Perché quando ce la si canta e ce la si suona... Cazzo c'entra la fede?
Che cumulo di stronzate incredibili :D
RispondiEliminaMa cos'è sta roba? Filosofia della prima elementare? Il tema per la mestra? :D :D :D
Leggetevi un libro di filosofia a caso e poi venite a ridere su sta cagata :D :D
Arkad, sono del tutto d'accordo con te.
EliminaMa che ci vuoi fare?
Sei sulla pagina del "Lavoro su di sè", questo è il livello...